Avere un figlio autistico non è divertente

Critica alla visione edulcorata dell'autismo: le sfide reali delle famiglie tra terapie ritardate e necessità di supporto concreto per i genitori.

La rappresentazione dell'autismo come una condizione che porta inevitabilmente a straordinarie capacità intellettuali è fuorviante. Come padre di un bimbo autistico non verbale, invito tutti noi a confrontarci con la realtà.

Sebbene esistano persone con disturbi dello spettro autistico che mostrano talenti eccezionali, come nel caso del classico genio autistico Asperger, questa in realtà è una minoranza.

La dura verità è che la maggior parte delle persone nello spettro autistico affronta sfide significative nella vita quotidiana. Confondere la disabilità dell'autismo con l'idea romantica del "genio incompreso" non aiuta né le persone autistiche né le loro famiglie.
 
Negli ultimi anni, i social media, alcuni telefilm e film sull'autismo e diverse organizzazioni hanno diffuso una visione edulcorata dell'autismo, spesso rappresentandolo come una sorta di dono o di caratteristica eccentrica che porta a genialità inaspettate.

Questa narrativa da favola, per quanto benintenzionata, rischia di sminuire le reali sfide che le famiglie affrontano quotidianamente nel crescere un figlio autistico.


Questo in foto è il morso che mi sono preso da mio figlio. Anche questo fa parte della realtà che non viene raccontata.

Avere un figlio autistico non è divertente

La realtà delle terapie "nel pubblico" ritardate

Nonostante si parli molto di diagnosi precoce e dell'importanza di intervenire tempestivamente, la realtà per molte famiglie italiane è ben diversa.

Senza risorse pubbliche stanziate economiche sufficienti, le terapie fondamentali come logopedia e supporto psicologico iniziano spesso troppo tardi.

Infatti le liste d'attesa nel sistema sanitario pubblico sono lunghe, e i servizi non sempre sono adeguati alle esigenze specifiche di ogni bambino autistico. Questo ritardo può avere conseguenze significative sullo sviluppo e sul benessere del bambino.

 

La logorante difficoltà quotidiana di comprendere e comunicare

Un bambino autistico può essere estremamente difficile da comprendere.

Le difficoltà nella comunicazione possono portare a frustrazione sia per il bambino che per i genitori. Questa frustrazione può manifestarsi in comportamenti autolesionistici o aggressivi, non perché il bambino sia "cattivo", ma perché non riesce a esprimere i propri bisogni e sentimenti in modo convenzionale.

Noi genitori affrontiamo non solo violenza fisica, ma anche psicologica.

Chi di voi non perderebbe la calma dopo l'ennesimo telefono spaccato, danni in casa, sassi lanciati o l'ennesimo comportamento stereotipato negativo? Eppure la società ci descrive come dei santi, mettendo spesso da parte le nostre emozioni e le nostre difficoltà. È importante riconoscere che anche i genitori hanno limiti e necessitano di sostegno emotivo e pratico.

Queste situazioni richiedono un supporto specialistico che spesso non è facilmente accessibile.
 
I genitori di bambini autistici spesso si sentono isolati e sopraffatti. Hanno bisogno di sostegno pratico e emotivo, non di illusioni o stereotipi. Minimizzare le loro difficoltà attraverso una narrativa edulcorata può farli sentire incompresi e soli nella loro esperienza.

Diventa fondamentale riconoscere le loro sfide e fornire risorse concrete per aiutarli ad affrontare le esigenze quotidiane.

 

Le conclusioni di un genitore di un bambino autistico

È tempo di affrontare l'autismo con realismo e compassione. Dobbiamo riconoscere le vere difficoltà che comporta e lavorare per migliorare l'accesso alle terapie e ai supporti necessari.

Solo così potremo offrire un aiuto concreto alle famiglie e promuovere una comprensione più profonda e autentica dell'autismo nella società.

Mi scuso per essermi sfogato, ma almeno spero che queste parole possano aprire gli occhi su una realtà spesso ignorata e spingere verso un sostegno più concreto per chi ne ha davvero bisogno.
 

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