Resilienza significato: cosa significa davvero essere resilienti? La resilienza è quella forza che ci permette di riprenderci dopo un colpo e di trovare il modo di dare una svolta positiva alla nostra vita, anche quando le circostanze sono avverse e complicate.
Il concetto di "
resilienza" è spesso menzionato, ma a volte può non essere del tutto compreso nella sua applicazione pratica. Ma possiamo chiederci:
possono i bambini imparare a essere resilienti? Esploriamo insieme questa e molte altre domande sul
significato di resilienza.
Resilienza significato
Nonostante la crescente attenzione sul concetto di resilienza negli ultimi tempi, molte persone ancora non ne comprendono appieno il significato. Iniziamo col chiarire che, nel contesto dell'ingegneria, la resilienza si riferisce alla capacità di un metallo di ritornare alla sua forma o struttura originale dopo essere stato schiacciato o deformato.
Invece in ambito psicologico, quello che a noi familiari di persone con
autismo interessa di più, la resilienza può essere descritta come la capacità di un individuo di adattarsi in modo positivo a situazioni negative e traumatiche.
Secondo numerosi esperti la resilienza è una qualità innata dell'essere umano che però non sempre viene attivata e, quando lo è, non sempre porta a esiti positivi. Questo perché la resilienza di una persona è
influenzata da una varietà di fattori, sia individuali che sociali e relazionali. Questa diversità può spiegare perché in
situazioni di trauma e stress intenso alcuni individui riescono a superarli senza conseguenze negative a lungo termine, mentre altri cedono alla pressione dell'evento traumatico, talvolta sviluppando persino disturbi psicologici.
Quando la vita ci mette di fronte a ostacoli insormontabili, alcuni si lasciano sopraffare dalla disperazione, mentre altri combattono con tutte le loro forze per risalire a galla. Gli antichi usavano il termine "resalio" per descrivere il gesto di cercare di rialzarsi sulle imbarcazioni capovolte. È possibile che il concetto di resilienza, che indica la capacità di non arrendersi mai e di continuare a lottare contro le avversità, abbia origine da qui.
Che cos’è la resilienza psicologica?
La resilienza può essere considerata come
la capacità degli individui di affrontare lo stress e le avversità emergendo più forti, di resistere e di riorientare positivamente la propria vita e le proprie abitudini dopo un evento critico negativo. È un modo attivo di rispondere alla frustrazione e al disagio, mirato a scoprire nuove opportunità e prospettive di crescita e benessere.
La prima definizione psicologica del concetto di resilienza è attribuita a
Michael Rutter, il quale, studiando bambini nati da madri schizofreniche, la descrisse come "
la risposta positiva di un individuo allo stress e alle condizioni avverse". Egli la concepì come un "concetto interattivo derivante dalla combinazione di gravi esperienze di rischio con un risultato psicologico relativamente positivo", evidenziando l'importanza di una "dinamica interazione tra fattori di rischio e fattori protettivi a diversi livelli". Successivamente,
Emmy E. Werner, basandosi sul suo studio di trent'anni su un gruppo di bambini a Kauai (Hawaii) che vivevano in condizioni di estrema povertà e in un ambiente familiare problematico, parlò di resilienza come "il consolidamento delle competenze del soggetto esposto a situazioni stressanti".
Gli studi hanno evidenziato che la resilienza non è una caratteristica univoca. È piuttosto multidimensionale e influenzata da una serie di elementi, tra cui predisposizioni genetiche, fattori ambientali, e abilità personali e sociali.
Nel loro lavoro sulla resilienza Maria Antonella Costantino e Mauro Camuffo mettono in luce come una persona posso manifestare resilienza in determinati momenti della vita e non in altri, di fronte a certi eventi ma non ad altri. Quindi la resilienza si riferisce a uno stato generale di adattamento nella vita quotidiana e che i fattori protettivi associati non possono essere considerati attributi fissi.
Riassumendo la resilienza psicologica può essere definita come la capacità di resistere e riuscire a riorientarsi positivamente dopo aver subito situazioni particolarmente negative e traumatiche nella propria vita. In altre parole, una persona resiliente è in grado di risorgere dalle proprie ceneri, simile alla fenice mitologica, trasformando le esperienze negative in opportunità di crescita e rinascita.
Differenza tra resilienza e resistenza
È importante
non confondere la resilienza con la resistenza: la resistenza indica la capacità di una persona di opporsi e non adattarsi a fattori negativi. Invece la resilienza va oltre perchè si riferisce alla capacità di affrontare e adattarsi positivamente a tali eventi, trasformandoli in
opportunità di crescita e sviluppo personale.
Quindi resistere implica far fronte alle avversità, mentre
la resilienza implica anche la capacità di ricostruirsi e rigenerarsi in modo positivo nonostante le sfide che si presentano. È una sorta di capacità di "rinascita della fenice" dopo il trauma o la difficoltà, e di adattamento costruttivo alla situazione.
Gli eventi negativi che possono perturbare la vita di una persona adulta includono la morte del coniuge o di un famigliare stretto, il divorzio o la separazione, l'insorgenza di gravi malattie, la perdita del lavoro e la prigionia. Fra gli eventi traumatici che possono perturbare in maniera marcata la vita di giovani e bambini, ritroviamo la morte di uno o entrambi i genitori, la morte di un fratello o una sorella, il divorzio dei genitori, l'incarcerazione di un genitore, l'allontanamento dalla propria famiglia e la presenza di patologie gravi o deformità congenite chiaramente visibili.
"Le sfide fortificano la mente, proprio come l'impegno rafforza il corpo."
- Seneca, drammaturgo, politico e filosofo stoico dell'Impero Romano
Cosa significa essere una persona resiliente?
Esistono alcuni fattori individuali (caratteristiche personali) e sociali (la famiglia di appartenenza e i sistemi di supporto comunitario) che possono rendere più probabile una risposta resiliente.
Franca Cantoni individua in particolare
cinque ingredienti che favoriscono la resilienza:
- Ottimismo: pensare ai problemi come una parte della vita ricordando che molte delle avversità sono transitorie, superabili e derivanti da variabili anche fuori dal nostro controllo;
- Autostima: intesa come una base di stima per sé stessi e una consapevolezza delle proprie risorse e dei propri limiti;
- Resistenza psicologica: un tratto di personalità associato alla capacità di gestire e rispondere agli eventi stressanti con nuove strategie che trasformano le situazioni difficili in opportunità;
- Emozioni positive: concentrarsi su ciò che si possiede invece che focalizzarsi su ciò che ci manca;
- Sostegno sociale: trovare e coltivare uno spazio sicuro in cui poter essere accolti e ascoltati.
Resilienti si nasce o si diventa?
Alcune persone possono avere una
predisposizione innata alla resilienza, mentre altre possono acquisirla nel corso del tempo attraverso un lavoro personale e un impegno consapevole nell'acquisire questa preziosa capacità.
È importante educare tutti, fin dalla giovane età, ad affrontare le avversità e ad sviluppare la resilienza. Tuttavia, anche se non si è stati educati in questo modo, è sempre possibile fare uno sforzo per affrontare la vita con resilienza, lavorando su se stessi e cercando di superare le sfide con determinazione e ottimismo.
Ecco quali sono i principali
tratti della persona resiliente:
- Introspezione: essere in grado di guardare dentro se stessi, porre domande difficili e rispondere sinceramente.
- Indipendenza: mantenere una certa distanza, fisica ed emotiva, dai problemi, senza però isolarsi.
- Interazione: instaurare rapporti intimi e soddisfacenti con gli altri.
- Iniziativa: affrontare i problemi, comprenderli e controllarli attivamente.
- Creatività: generare ordine, bellezza e obiettivi partendo dal caos e dal disordine.
- Allegria: possedere uno spirito allegro che permette di alleviare la tensione, guardare agli aspetti positivi degli eventi e relativizzare le situazioni difficili.
Infine non dimentichiamoci che le cose a cui diamo importanza e il modo in cui lo facciamo hanno un impatto significativo sul contenuto e sulla qualità della nostra vita.
Che cosa vuol dire essere dei genitori resilienti?
Essere genitori resilienti non implica non avere mai debolezze o non trovarsi mai in difficoltà; non significa possedere sempre la risposta perfetta o sapere esattamente cosa fare in ogni situazione. La genitorialità è già di per sé una condizione unica, piena di nuove sfide e avventure, ognuna delle quali viene affrontata e gestita in modo personale, senza un manuale di istruzioni universale applicabile in ogni momento.
Essere resilienti come genitori significa trovare il modo di non concentrarsi esclusivamente sulle vulnerabilità, le incertezze e i momenti difficili dei propri figli. Significa anche coltivare e rafforzare le loro risorse e le loro abilità, in modo che possano affrontare autonomamente le sfide che incontreranno lungo il loro percorso, sia grandi che piccole.
Come aiutare i bambini a coltivare la resilienza?
Sappiamo bene come il compito di un
bambino autistico, con il sostegno di genitori premurosi e consapevoli, consiste nell'imparare a affrontare le sfide e superare gli ostacoli senza mai arrendersi.
A questo punto possiamo affermare che la resilienza quindi non è una caratteristica che si possiede o meno, ma una predisposizione che può essere coltivata e incoraggiata fin dalla giovane età. Ecco alcuni suggerimenti su come farlo:
- Valorizzare le relazioni: insegniamo ai bambini l'importanza delle relazioni sociali, incoraggiandoli a fare amicizia e ad essere solidali con gli altri. Costruire una rete familiare e sociale solida può essere un valido esempio e sostegno per loro;
- Procedere un passo alla volta: aiutiamo i bambini a capire che non è necessario raggiungere tutto immediatamente. È importante procedere con calma, fare un passo alla volta e concedersi delle pause. In questo modo, pur avanzando costantemente verso i propri obiettivi, si evita di stancarsi eccessivamente;
- Adottare un'ottica ottimistica: cerchiamo di guardare al mondo in modo positivo e incoraggiante, trasmettendo ai nostri figli una visione ottimistica della vita. Aiutiamoli a comprendere che, anche nelle situazioni difficili, ci sono sempre lati positivi da considerare;
- Accettare il cambiamento: facciamo capire ai bambini che il cambiamento fa parte della vita e offre opportunità di crescita e apprendimento. Insegniamo loro a essere flessibili e adattabili di fronte alle nuove sfide e agli imprevisti;
- Affrontare la frustrazione: è importante permettere ai bambini di sperimentare la frustrazione e le delusioni, senza sostituirsi a loro nella risoluzione dei problemi. Questo li aiuterà a sviluppare la capacità di far fronte alle situazioni difficili che incontreranno nella vita;
- Assumersi responsabilità: consentiamo ai bambini di sperimentare le conseguenze delle proprie azioni e sostengiamoli quando si sentono incapaci. Allo stesso tempo, insegniamogli a prendersi la responsabilità delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano, aiutandoli a comprendere che possiamo controllare le nostre reazioni agli eventi.
Nel perseguire la resilienza i bambini sembrano godere di un vantaggio. Questo perché, in genere, sono più capaci di attuare cambiamenti e adattamenti profondi rispetto agli adulti, spesso limitati dal bagaglio delle esperienze passate e dalle loro concezioni pregresse dell'ambiente e delle persone che li circondano.
A conferma di ciò, numerosi studi psicologici hanno evidenziato come i bambini esposti a traumi violenti siano in grado di adattarsi e reagire, crescendo e sviluppando una personalità equilibrata. Questi bambini sono spesso in grado di stabilire relazioni stabili e raggiungere successi sia a livello scolastico che lavorativo nella vita adulta.
Consigli per chi vuole essere una persona resiliente
Se nell'infanzia la resilienza può essere considerata un comportamento istintivo, nell'età adulta ci si aspetta che essa si sia evoluta, diventando parte integrante dell'atteggiamento individuale. Tuttavia, la capacità di mettere in pratica la resilienza dipende enormemente dalla percezione che gli individui hanno di sé stessi, del mondo circostante e delle persone che li circondano.
Per alcuni, la risposta resiliente agli eventi negativi può essere quasi automatica, mentre per altri individui i meccanismi di resilienza rimangono inattivi a causa di una scarsa autostima ("sono un fallito", "non ce la farò", ecc.), una percezione negativa degli altri ("gli altri sono migliori di me", "gli altri riescono e io no", ecc.) e una visione dell'ambiente circostante come un luogo pericoloso e ostile, pieno di insidie e problemi.
Per poter mettere in atto la resilienza, è quindi necessario cambiare la percezione di sé stessi, degli altri e del mondo. Questo non implica adottare un atteggiamento eccessivamente ottimistico, ma piuttosto mantenere una prospettiva realistica che consenta di adattarsi consapevolmente alla realtà. Tale adattamento dovrebbe comprendere il considerare gli eventi negativi e traumatici come opportunità di crescita e apprendimento, anziché minacce da temere e affrontare.
Ecco alcuni
consigli per diventare persone resilienti:
- Accettare la realtà: le persone resilienti comprendono che le situazioni esterne sono al di là del loro controllo diretto. Piuttosto che desiderare che le cose siano diverse, si concentrano sul lavorare su se stesse per adattarsi alla realtà e affrontare le sfide con determinazione;
- Mantenere un atteggiamento positivo: nonostante le difficoltà della vita, le persone resilienti affrontano le sfide con coraggio e determinazione. Vedono ogni ostacolo come una possibilità di crescita e apprendimento, e trovano gioia nelle piccole vittorie quotidiane;
- Rinascere dalle ceneri: quando affrontano perdite significative nella vita, sia personali che professionali, le persone resilienti trovano la forza per lasciar andare il passato e vedere il cambiamento come un'opportunità per rinascere. Si ispirano alla natura, che dopo l'inverno porta sempre la primavera;
- Porsi obiettivi chiari: la chiarezza degli obiettivi è essenziale per la resilienza. Sapere cosa si vuole dalla vita e come raggiungerlo permette di mantenere la determinazione e la perseveranza necessarie per superare gli ostacoli;
- Essere il proprio sostenitore più fervido: nessuno conosce meglio di noi stessi le nostre capacità e punti di forza. Le persone resilienti credono in se stesse e si concentrano sul coltivare il loro potenziale, nonostante le critiche esterne;
- Ridefinire il concetto di fallimento: le persone resilienti non temono il fallimento, ma lo vedono come un'opportunità di crescita e apprendimento. Considerano gli errori come parte inevitabile del percorso verso il successo e non si lasciano scoraggiare dalle sfide.
In definitiva, la qualità della resilienza è determinata dalla ricchezza delle risorse personali e delle relazioni che si sono sviluppate prima e dopo l'evento traumatico. Parlando di resilienza, si tratta di cambiare prospettiva e superare un approccio lineare basato su cause ed effetti. Non è più accurato pensare, ad esempio, "È stato gravemente ferito, quindi è condannato per sempre!".
Contrariamente a quanto suggerisce il detto popolare,
perseverare non è diabolico ma è un tratto umano. Dobbiamo trarre ispirazione dagli
autistici famosi e capire che ciò che è realmente dannoso è arrendersi, rimanere passivi e attendere che la motivazione provenga dall'esterno, trascurando di sfruttare appieno tutte le risorse di cui gli esseri umani dispongono.
Tipi di resilienza: il significato di resilienza in altri ambiti e settori
Il concetto di resilienza si estende a vari ambiti e settori oltre alla psicologia. Ecco alcuni esempi:
- Biologia: qui la resilienza si riferisce alla capacità degli organismi viventi di ripararsi dopo aver subito un danno o un trauma;
- Ecologia: in questo contesto la resilienza indica la capacità di un ecosistema di ritornare al suo stato originario dopo essere stato alterato da cambiamenti o perturbazioni;
- Informatica: nell'ambito dell'informatica la resilienza si riferisce alla capacità dei sistemi informatici di adattarsi alle condizioni d'uso e di resistere all'usura, garantendo la continuità dei servizi erogati;
- Tecnologia dei materiali: qui la resilienza si riferisce alla capacità di un materiale di resistere alla rottura dinamica, testata attraverso specifiche prove di impatto;
- Sociologia: in sociologia, si parla di comunità resilienti per indicare gruppi sociali che, dopo eventi traumatici come catastrofi naturali o guerre, riescono non solo a riprendersi ma anche a crescere e migliorare.
Questi sono solo alcuni esempi degli ambiti in cui il concetto di resilienza viene applicato. In ogni caso, la resilienza si caratterizza per la capacità di affrontare le avversità e di adattarsi in modo positivo alle sfide, con l'obiettivo di tornare allo stato originario o di raggiungere uno stato migliore.
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